Gli esami non finiscono mai. In Emilia-Romagna ne abbiamo affrontati nel 2016 e altri ci aspettano nell’anno che verrà.
Elezioni amministrative
È stato l’anno di importanti elezioni amministrative, un tempo terreno di vittorie quasi certe, oggi una sfida che ogni volta si rinnova, anche nella “rossa” Emilia-Romagna. Abbiamo vinto a Bologna, Ravenna e Rimini quando in Italia non sono mancate le difficoltà. Forti di una buona tradizione di governo locale, ma al contempo capaci di tenere insieme il partito e le sue alleanze politiche e civiche. Non una ricetta, ma un modo di essere e di fare che ha funzionato.
Non sono mancate le ombre, non sono mancate le lezioni. Se l’unità del PD e del centrosinistra non è più condizione sufficiente per vincere, è però condizione necessaria e laddove è mancata, abbiamo perso. Come del resto sono condizione necessaria per essere competitivi la presenza persistente nella comunità e nel territorio, un radicamento che parte dal partito, dai nostri circoli e, al contempo, dalla capacità di stare nel mezzo dei problemi, di interpretarli e di tramutarsi nei protagonisti della loro soluzione.
Stare in mezzo alla gente, con umiltà, non come slogan ma come modo di essere e di fare.
Referendum costituzionale
È stato un anno “di corsa”, senza soluzione di continuità perché al lavoro per le elezioni amministrative si è affiancato il grande impegno per il referendum costituzionale. Un referendum nel quale in Emilia-Romagna siamo riusciti a far vincere il SÌ, che pur rappresentando per noi un risultato positivo, non può certamente essere una consolazione alla luce di un risultato nazionale che avremmo voluto di segno opposto. Volevamo inaugurare la Terza Repubblica, ora corriamo il rischio di tornare alla Prima.
Il risultato emiliano-romagnolo del referendum ci dà il segnale del permanere di una forte spinta riformista che ha fatto la storia della nostra terra e che il governo regionale del nostro Presidente, Stefano Bonaccini, e della sua Giunta continua a coltivare con attenzione, impegno e capacità di innovare.
Il referendum ci ha detto tante cose rispetto alle quali riflettere. Ad esempio ci ha dimostrato che laddove riusciamo ad essere più organizzati, radicati e pervasivi come partito, possiamo anche essere più competitivi ed efficaci. Ma non possiamo non soffermarci sul ritorno al voto, rispetto alle elezioni Politiche o Europee, di storici astensionisti che hanno denunciato in tal modo il disagio sociale e ancor più il disagio democratico e di rappresentanza che stanno vivendo.
Tornare a rivolgerci a queste persone rappresenta una sfida enorme per noi nel prossimo futuro.Un’altra lezione di cui tenere conto.
Comuni e Regione
Non sono mancate le sfide anche nell’amministrazione locale: governiamo in tantissimi comuni in Emilia-Romagna e i nostri sindaci si sono dimostrati all’altezza. Hanno saputo lavorare per le loro comunità, con impegno quotidiano, con la porta dell’ufficio sempre aperta. Sono i nostri ambasciatori sul territorio, e, proprio per questo, vogliamo coinvolgerli e ascoltarli perché è anche dalle esperienze di governo locale, dalle strade e dalle periferie delle nostre città che possono arrivare idee e spunti per migliorare il nostro Paese. Lo faremo a cominciare dalla due giorni di Rimini del 27-28 gennaio.
Anche l’anno in Regione è stato ricco di soddisfazioni, sia per le tante cose fatte, sia perché le abbiamo fatte dimostrando, anche qui, unità di intenti. Non solo, con i miei colleghi consiglieri regionali, siamo riusciti a considerare il pluralismo un valore aggiunto, lavorando sempre con responsabilità e rispetto.
Il PD
Il 2016 ha confermato il patrimonio di uomini e donne e di volontari che si impegnano nel partito senza chiedere mai nulla. Le Feste, il funzionamento dei Circoli, ci hanno dimostrato ancora una volta su quante persone di buona volontà possiamo contare. Uomini, donne, ragazzi e ragazze che non chiedono nulla per sé, ma pretendono però un partito che sappia essere disciplinato, che non faccia parlare di se per le proprie divisioni, ma per la propria capacità di trovare soluzioni e creare opportunità. Meno spifferi, meno correnti, insomma, la buona politica è quella delle idee, non quella degli sgambetti. In Emilia-Romagna lo abbiamo dimostrato e ne sono orgoglioso e come Segretario regionale voglio ringraziare tutti i Segretari provinciali che sono sempre stati in prima linea, senza pensare al congresso ma pensando sempre al PD. Abbiamo caratterizzato la nostra azione con una maturità e una compostezza che dobbiamo avere la forza e l’ambizione di mantenere, e magari di “esportare”.
Insomma, ci sono state tante soddisfazioni e qualche delusione quest’anno. Ma abbiamo sicuramente imparato tanto e siamo pronti ad affrontare tutte le sfide che ci metterà davanti il 2017 (e non saranno poche) con maggiore consapevolezza.
Siamo il più grande partito di questo Paese, tocca a noi impegnarci per renderlo un posto migliore.
Buon anno!
PS: un sindaco civico nel farmi gli auguri mi ha confidato che si iscriverà al PD perché soddisfatto del lavoro fatto dal PD nella nostra regione. Una bella soddisfazione.