“L’Europa non potrà farsi una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Queste parole furono pronunciate dal ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, nella sua dichiarazione del 9 maggio 1950. Un discorso – pronunciato in una Parigi ancora devastata dalla guerra – in cui per la prima volta si immagina l’Europa come unione economica e politica di Stati. Ecco perché nel tempo quella data è diventata simbolica e, anche oggi, a 65 anni di distanza, la celebriamo con la Festa dell’Europa.
L’Europa non potrà farsi una volta sola: un concetto che valeva allora e ancora oggi deve essere ricordato, ripetuto, messo in pratica. Soprattutto oggi. Viviamo in anni in cui la spinta delle forze di destra (a volte estrema) sventola la bandiera della paura, della chiusura, dell’egoismo. Compito di chi come noi crede nelle parole di Schuman è quello di opporci, tutti i giorni a chi vorrebbe riportare indietro le lancette dell’orologio e tornare a un continente diviso dai muri, lacerato da lotte e invidie. A Stati più soli e più deboli.
Servono solidarietà, collaborazione e aiuto di fronte alle sfide che la storia ci sta mettendo davanti e non devono mancare le critiche, quando servono, come in una famiglia, perché questo è l’Europa.
E per chi, come me, fa parte di quella generazione che ha potuto conoscere l’Europa attraverso l’Erasmus, che ha avuto la possibilità di crescere, confrontando esperienze, idee, storia, cultura con ragazze e ragazzi di altri stati, non si po’ immaginare di tornare indietro. Quella bandiera blu con le stelle per milioni di bambini come me ha rappresentato un sogno, un’idea; qualcosa che magari allora non riuscivamo pienamente ad afferrare ma che ci parlava di opportunità, di futuro. Una volta cresciuti abbiamo appreso il vero significato di quella bandiera e gli sforzi e i sacrifici che ci sono voluti perché potesse sventolare anche oggi, così che quel sogno si potesse rinnovare con ogni nuova generazione.
I nostri genitori ci hanno consegnato un’Europa senza confini, oggi qualcuno mette in discussione questa conquista. Ma noi non ci vogliamo fermare, la nostra passione per il progetto di Unione è troppo grande perché si possa arrestare ora. E a chi ci vorrebbe chini a guardare il nostro orticello, rispondiamo che il nostro sguardo vola alto, e il nostro orizzonte sono gli Stati Uniti d’Europa.
Buona festa a tutti. Buona Europa a tutti.