In queste settimane il Partito Democratico è impegnato in una fase congressuale che, l’ho già detto, confido che sia educata e gestita da ciascuno con buon senso e rispetto reciproco.
Contemporaneamente e da tempo, il nostro Partito è impegnato anche per le elezioni amministrative che in 20 Comuni emiliani e romagnoli si terranno entro il prossimo giugno. In queste settimane sto andando in tutti i territori nei quali si andrà al voto. E in ogni occasione provo a suggerire quattro semplici cose, a mio avviso persino banali:
- Le nostre candidate e i nostri candidati devono essere autorevoli e credibili;
- L’unità del PD è condizione necessaria e indispensabile, ma al contempo da sola non più sufficiente;
- Servono alleanze “intelligenti”. Cerchiamo l’unione del centrosinistra dove esiste, ma dobbiamo avere l’umiltà e la capacità di interloquire con quel civismo con il quale poter condividere un progetto di governo del territorio valido e ragionevole che parta dalle esigenze del territorio stesso;
- La cornice entro la quale muoverci, è quella dettata dal programma che ci accompagnerà. Un programma nel quale sia semplice individuare le priorità d’azione e che sia realizzabile grazie alla collaborazione di tutti gli alleati.
Penso che laddove si riescano a realizzare insieme queste quattro condizioni, allora saremo competitivi e avremo tutti fatto bene il nostro lavoro. Dove invece mancherà anche uno solo di questi punti, allora la strada sarà in salita.
Confido nella capacità delle dirigenti e dei dirigenti locali del nostro Partito e di chiunque abbia responsabilità a riguardo, di tenere conto di queste indicazioni per la buona riuscita delle prossime amministrative.
Altro non sono se non il frutto di una riflessione che parte dalle buone esperienze di governo che abbiamo in Emilia-Romagna.