La Regione Emilia-Romagna raddoppia i fondi destinati agli esercenti che scelgono di non avere slot e macchinette nei loro locali. Rispetto ai 150.000 euro previsti dal primo bando, da poco concluso, che assegna quei fondi ai Comuni per progetti che valorizzino gli esercenti locali che possono accedere al marchio #SlotFreeER, nel prossimo bando i fondi arriveranno a quota 300.000 euro.
Questa iniziativa, frutto del lavoro e della volontà del Gruppo del PD in Assemblea Legislativa, trova il suo fondamento nel Testo Unico sulla Legalità approvato lo scorso ottobre. Si tratta di uno dei molteplici strumenti che la Regione Emilia-Romagna, insieme alle Aziende sanitarie e agli enti locali, ha messo a punto per prevenire e contrastare il fenomeno dell’azzardopatia.
La prima indagine realizzata dall’Osservatorio “Young millennials monitor” di Nomisma su motivazioni e approccio dei giovani verso il gioco d’azzardo ci consegna dati che richiedono una attenta valutazione per rendere più efficace l’azione l’azione di contenimento di questo fenomeno. L’indagine, i cui risultati sono stati appena presentati, ha rilevato che in Emilia-Romagna si verifica una propensione al gioco, tra i giovani della fascia d’età 14-19 anni, inferiore rispetto al Centro e Sud Italia, ma soprattutto per loro l’attenzione resta alta, trattandosi di soggetti estremamente vulnerabili. Il 22,7% della popolazione tra i 15 e i 64 anni riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno. Tra questi, il 4,4% è a rischio – moderato o grave – di dipendenza.
L’assistenza: oltre 1.300 i giocatori in carico alle Ausl
Le persone che nel 2015 si sono rivolte ai servizi per le dipendenze delle Aziende Usl dell’Emilia-Romagna per dipendenza da gioco d’azzardo sono state 1.310 (ultimo dato disponibile). L’utenza è in prevalenza di sesso maschile e la fascia di età più rappresentata è quella tra i 41 e i 50 anni.
Prevenzione, trattamento, formazione, marchio Slot FreeER: l’impegno della Regione
Il tema della prevenzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico è stato inserito nei percorsi che fanno capo al Piano regionale della prevenzione. Inoltre, in molti territori sono stati attivati tavoli di collaborazione tra Ausl ed enti locali, con progetti inseriti nei Piani di Zona per la salute e il benessere sociale. L’assessorato alle Politiche per la salute, in collaborazione con le Ausl, fornisce materiali informativi di supporto e consulenze ai Comuni e alle associazioni.
Per quanto riguarda il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo sono attivi in in Emilia-Romagna, nei Servizi per le Dipendenze patologiche di ogni Ausl, punti di accoglienza, valutazione e trattamento dei giocatori patologici e dei loro familiari. E’ attiva anche la sperimentazione di un servizio residenziale breve specifico per giocatori (“Progetto Pluto”) gestito dal Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, che opera con due sedi situate rispettivamente in provincia di Reggio Emilia e di Modena. Inoltre, la Regione ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con le Associazioni Giocatori Anonimi e GamAnon- familiari di giocatori, riconoscendone il ruolo di risorsa nel sistema di cura dei giocatori patologici e delle loro famiglie.
Su tutto il territorio la Regione garantisce poi la formazione degli esercenti e del personale delle sale da gioco. Per il personale sanitario e sociosanitario sono stati realizzati seminari di approfondimento sugli interventi legali per il giocatore con disturbo da gioco d’azzardo e la sua famiglia e sul sovra-indebitamento delle famiglie. E’ attivo anche un numero verde regionale: il cittadino può chiamare e ricevere un’indicazione precisa, secondo la sua residenza, dei punti di accoglienza nelle Ausl.
In collaborazione con i Comuni (Legautonomie/Anci) è stato messo a punto un percorso di assegnazione del marchio ai locali che non hanno installato o hanno disinstallato apparecchi per il gioco (Slot e Totem per il gioco on line): il marchio Slot FreeER. La vetrofania è stata realizzata dalla Regione e distribuita ai Comuni capodistretto.