L’Assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi ha appena dato risposta, in aula, all’interrogazione urgente presentata da me e dalla collega Marcella Zappaterra.
Stiamo parlando di 365 esuberi di cui 331 a Copparo, comunicati senza preavviso dai vertici aziendali alle rappresentanze sindacali a decorrere dal 1 gennaio prossimo, senza prevedere alcun ammortizzatore sociale e in più azzerando premi e integrativi a chi dovrebbe rimanere. Dopo la dura ristrutturazione aziendale del 2013 che aveva comportato enormi sacrifici per i lavoratori e il territorio, non ci aspettavamo una simile situazione. Giudichiamo grave, inoltre, la disdetta della contrattazione sindacale.
La Regione, secondo quanto comunicato all’Assemblea legislativa dall’Assessore Palma Costi, in accordo con il Sindaco di Copparo Nicola Rossi, ha immediatamente chiesto al MISE di attivarsi, visto che il piano esuberi di Berco riguarda stabilimenti in più regioni italiane, per ottenere un confronto teso a salvaguardare l’occupazione e la capacità produttiva dell’azienda. La convocazione è già calendarizzata per il prossimo 18 ottobre, a testimonianza della volontà di tutti i livelli istituzionale di affrontare urgentemente la vertenza.
A tre anni dal precedente durissimo piano di riorganizzazione aziendale, richiamiamo come, dopo la firma di un accordo che prevedeva sacrifici per i lavoratori e un forte impegno delle istituzioni, non si può rimettere in discussione tutto senza alcun confronto.
Faccio mie le considerazioni dell’Assessore Costi: “Da parte pubblica la preoccupazione non si limita solo al mantenimento dei posti di lavoro ma al futuro stesso del lavoro. Se vengono erogati ammortizzatori sociali è per sostenere situazioni transitorie e di trasformazione che abbiano una prospettiva, se si introducono decontribuzioni per l’assunzione dei lavoratori in mobilità è per favorirne la ricollocazione, se vengono stanziate risorse per la formazione è per accompagnare i lavoratori e le imprese a formare le competenze necessarie al lavoro presente e futuro”.
A Berco e Thyssenkrupp, chiediamo quindi responsabilità. La stessa responsabilità dimostrata dalle istituzioni e i lavoratori Berco tre anni fa. Continuerà il nostro impegno a difesa del lavoro e del territorio.