La Regione Emilia-Romagna, sollecitata dalla risoluzione che ho presentato insieme a Marcella Zappaterra, al Capogruppo Stefano Caliandro e ad altri colleghi del PD, si impegna a fare pressioni sul Governo affinché proceda il confronto con l’UE per trovare una soluzione che dia ristoro agli obbligazionisti di Carife e ad attivarsi con chi acquisirà le banche al centro del decreto cosiddetto salva-banche per riconoscere nuovi warrant agli ex azionisti.
Queste sollecitazioni, vedono tutto il Partito Democratico ferrarese impegnato in un gioco di squadra che dal Consiglio Comunale, passando dall’Assemblea Legislativa regionale e fino al Parlamento, vogliono impegnare i vertici locali e nazionali rispetto alle richieste che il comitato degli azzerati e l’associazione degli amici di Carife hanno presentato al Viceministro all’Economia Enrico Morando.
Morando stesso, davanti alle centinaia di persone che si sono riunite a Ferrara lo scorso 3 aprile, ha preso impegni che vanno in questa direzione e arrivano ad ipotizzare strumenti dedicati allo sviluppo dell’economia locale ferrarese, colpita in generale dalla crisi della banca. Le nostre proposte sono concrete e realizzabili; spiace che in aula siano state appoggiate solo dal Partito Democratico.
Spiace perché dagli altri gruppi sono arrivate proposte impraticabili. In particolare dalla Lega Nord, che certamente ha alle spalle esperienze significative nel campo delle crisi bancarie, visto che negli anni Novanta ha impegnato poco più di tre anni a fondare una banca, Credieuronord, e a farla miseramente fallire. La stessa Lega Nord che oggi rinnega lo strumento del bail-in per le risoluzioni bancarie, ma che quando all’Europarlamento doveva votare la direttiva che lo introduceva, si è semplicemente astenuta.