Domenica, dalle 7 alle 23, i seggi saranno aperti per dire SÌ alla riforma che l’Italia aspetta da decenni.
La riforma ha già avuto un grande merito, incoraggiare la partecipazione e la mobilitazione politica e promuovere tante occasioni per entrare nel merito della riforma stessa e dare così ancor più forza alle ragioni del SÌ.
Con il definitivo superamento del bicameralismo paritario, mantenendo inalterate le garanzie tra i poteri dello Stato, avremo un impianto istituzionale che permetterà di prendere le decisioni che servono quando servono. Con un Senato espressione delle comunità locali daremo una rappresentanza vera e più forza ai nostri territori, spesso lasciati in secondo piano nelle scelte “romane”. La chiarezza sul rapporto tra Stato e Regioni avrà risvolti significativi sulla riduzione della burocrazia per cittadini e imprese. Infine, rispetto ai costi della politica, oltre ai risparmi derivanti dal taglio dei Senatori e dalla cancellazione del CNEL, si applicherà in tutta Italia il “modello Emilia-Romagna”: gli emolumenti ai consiglieri regionali saranno equiparati a quello del sindaco del capoluogo di Regione, sarà abolito il finanziamento pubblico ai gruppi politici regionali e garantita la parità di accesso alle cariche elettive tra uomo e donna.
Potrei elencare tanti altri elementi di merito, ma è evidente che il SÌ rappresenta una grande opportunità di cambiamento. In meglio!
La campagna referendaria ha spesso mostrato il peggio del confronto – o meglio, dello scontro – tra posizioni diverse. Capisco che non sia stato semplice valutare la riforma rispetto ai suoi contenuti e alla sua reale portata, ma con lucidità e senso di responsabilità, penso che votare SÌ domenica prossima sia il modo più semplice e immediato per essere tutti parte di una svolta per l’Italia.