Vorrei ricordare a tutti che per il PD la lotta alla mafia e la legalità sono la precondizione del nostro impegno politico, fanno parte del nostro DNA e del nostro modo di stare insieme e di sentirci comunità. Per noi l’onestà e la lotta alla criminalità non sono un “di più” o un’eccezione da premiare ma requisiti fondamentali per poter svolgere la nostra attività politica all’interno di questo partito.
Insomma per noi la lotta è alla mafia è una condicio sine qua non.
Per questo la nostra vicinanza e il nostro appoggio a Sonia Masini – a maggior ragione dopo le inqualificabili e gravissime intercettazioni emerse nel corso dell’inchiesta Aemilia – come a tutti gli amministratori che lottano in prima persona per contrastare l’illegalità non è mai mancata e mai mancherà. Su questo tema il Presidente Bonaccini è più volte intervenuto nel corso della campagna elettorale e lunedì scorso, quando ha presentato il suo programma all’Assemblea Legislativa, ha inserito tra i pilastri fondamentali del suo programma di mandato la lotta alle mafie e la costituzione di un Osservatorio per il contrasto al crimine organizzato.
Il PD non abbandona nessuno. E nessuno deve sentirsi abbandonato perché non è presente in una lista. Il PD dell’Emilia-Romagna, alle ultime elezioni regionali ha deciso, approvando all’unanimità in direzione le liste, di adottare come logica prevalente quella del rinnovamento della classe dirigente. Anche nella circoscrizione di Reggio Emilia è stato così, e i cittadini ci hanno premiati, con l’elezione di ben quattro consiglieri, di cui tre donne, e con un risultato in termini percentuali per il PD (50,59%) che è il più alto di tutta la Regione. Lasciare intendere che le logiche siano state altre è sbagliato, ingiusto e fuoriluogo.