La mia intervista a “Il Resto del Carlino”

da “QN – Il Resto del Carlino” del 21/06/2015

di Andrea Zanchi – Bologna

Paolo Calvano, il primo mese da segretario regionale del Pd è iniziato in salita: a Faenza avete rischiato di perdere il Comune, consegnandolo alla Lega.
«Il Carroccio ha sperato di colorare di verde la città, ma ha dovuto rimettere in cantina la vernice».
Però ha sfiorato la vittoria per un soffio. Preoccupato di questa avanzata leghista?
«Rivincere a Faenza è stato importante, ma le ultime elezioni ci hanno mostrato due cose».
Quali?
«Che la destra è ancora viva, ed è una destra a trazione leghista, e che esiste un terzo polo costituito dal Movimento 5 Stelle».
Nel 2016 si vota in molti altri Comuni dell’Emilia-Romagna. Sono a rischio?
«In queste condizioni ogni città è contendibile e nessuna si può considerare sicura. Ogni volta si apre una partita nuova, e per vincere l’anno prossimo il Pd non dovrà smarrire la capacità di stare insieme, di stare unito».
La situazione più intricata è a Bologna: cosa succederà?
«Merola e il governo a trazione Pd della città hanno fatto molte cose buone. Quando c’è un sindaco al primo mandato si parte da una valutazione di sindaco e giunta per poi fare le scelte del caso. La decisione ultima sulla candidatura, e sono certo di interpretare anche l’idea del partito nazionale, spetterà al Pd di Bologna».
Forse non potrete ricorrere nemmeno alle primarie, considerato quanto ha detto Renzi sulla loro utilità…
«Troppo spesso sono servite per evitare che gli organismi dirigenti prendessero delle decisioni. In quei casi le primarie sono state usate in modo pilatesco e questo non deve accadere più. Le primarie sono uno strumento di selezione quando ci sono visioni e progetti alternativi l’uno dall’altro».
Ma così vanno bene?
«Bologna vuole restaurare il suo simbolo, che è il Nettuno, e anche noi dobbiamo fare un po’ di manutenzione alle primarie. Nessuno si immaginerebbe Bologna senza il Nettuno, così come nessuno si può immaginare il Pd senza primarie».
E un Pd senza iscritti? Il calo delle tessere (-20% nel 2014) si vede anche in Emilia-Romagna. Come si recuperano?
«A Bologna il partito ha fatto il porta a porta per riconquistare chi non ha fatto la tessera: credo che sia una cosa da ripetere da altre parti, così come le chiamate a casa degli ex tesserati. Senza dimenticarsi di chi si è avvicinato a noi e poi non si è iscritto».
Basterà solo questo?
«In autunno, una volta chiusa la stagione delle Feste dell’Unità, apriremo un momento di confronto del Pd con tutta la società emiliano-romagnola».
Una specie di Leopolda?
«Un’iniziativa sulla falsariga, ma senza scimmiottare nessuno. Vorrei allargare il concetto di ‘Tocca a noi’ con cui mi sono candidato per la segreteria regionale, raccogliendo idee e proposte per i nostri territori e le nostre città».

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