La mia intervista a “La Nuova Ferrara”

da “La Nuova Ferrara” del 22/05/2017

di Gian Pietro Zerbini

«Felletti fatta fuori a sinistra non dal PD. L’allenaza continua»

L’analisi del segretario regionale del Paolo Calvano «Abbiamo preso atto di uno scontro sulla scuola»

Non si spengono le polemiche e i rumors dopo l’esclusione dalla giunta comunale dell’assessora alla scuola Annalisa Felletti (Mdp). La scelta di Tagliani sta facendo molto discutere gli ambienti politici non solo ferraresi. Entrano in ballo gli equilibri e i discorsi di alleanze in vista delle prossime scadenze amministrative a più vasto raggio. Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, analizza la situazione che potrebbe avere ripercussioni anche in Emilia Romagna.

Segretario regionale, la cacciata dalla giunta dell’assessora Annalisa Felletti, passata a Mdp, ha provocato molte polemiche a sinistra, aizzando gli alleati o presunti tali del Pd. Era proprio necessario secondo lei, al segnale di Vitellio, scatenare l’inferno?

«Vista la sua citazione, mi permetto di restare nel campo cinematografico con una battuta: io eviterei di commentare questa situazione partendo dai titoli di coda. La vicenda Felletti parte da lontano, visto che i primi a porre una questione sulla rappresentatività dell’assessore sono stati proprio gli esponenti delle formazioni a sinistra del Pd che l’avevano per primi sostenuta. Si è quindi sviluppato uno scontro a sinistra, con al centro la scuola, di cui il Pd ha dovuto prendere atto, ritenendo a quel punto opportuno proporre un rilancio».

Qualcuno ha pensato che il vero mandante dell’operazione siluro sia stato lei, o che comunque abbia dato il definitivo via libera al taglio dell’assessora.

«Le malelingue in politica non mancano mai, i fatti dicono un’altra cosa. In Emilia-Romagna il Pd ha lavorato in questi mesi per tenere in piedi le alleanze di governo locale con Mdp. Gli esempi sono tanti: a Modena, Ravenna, Reggio Emilia e nella stessa amministrazione regionale, ci sono consiglieri e assessori di Mdp con cui non sono mai cessati il dialogo, la collaborazione e l’esperienza di governo assieme. Purtroppo invece a Piacenza, dove si vota, Mdp ha deciso di candidarsi contro il Pd nonostante il nostro invito a stare assieme, e a Ferrara già sappiamo come stanno le cose. Ci sono le condizioni perché questi due casi rimangano a sé stanti, tanto per noi, quanto per loro».

Mi scusi, ma la gente però continua a non capire certi balletti della politica. Se l’assessore Felletti, a detta del sindaco Tagliani, fino a pochi giorni fa aveva ben operato in questi tre anni, perché mandarla a casa?

«Credo che ai cittadini, di Ferrara, e non solo, interessi avere amministratori capaci, in grado di affrontare e risolvere i problemi. Il balletto ci sarebbe stato mantenendo in essere una situazione che presentava, agli occhi di tutti, delle criticità evidenti. Ora la questione ha avuto una svolta, saranno i cittadini a giudicare la bontà di questa scelta, e sono sicuro che lo faranno sul merito, non sulle appartenenze».

E adesso cosa succede in chiave alleanze, invece di compattare non le sembra sia stata una mossa fortemente divisoria, in pratica un assist alle opposizioni?

«Lasciare le cose così com’erano avrebbe rischiato di creare ulteriori divisioni che non avrebbero fatto bene ne all’amministrazione ne alla coalizione in Consiglio. Il segretario Vitellio ha fatto bene a rilanciare la propria disponibilita a mettersi attorno a un tavolo con le forze che si riconoscono nel centro sinistra, spero che tutti abbiano voglia di raccogliere questo invito. Mdp compresa».

Tranne l’assessore Roberto Serra di “Ferrara Concreta”, la giunta di Ferrara adesso è in pratica un monocolore Pd. Che cosa risponde a chi dice che siete bulimici di potere?

«La scelta di Cristina Corazzari che personalmente stimo molto, parte innanzitutto dalla sua esperienza istituzionale e dalle sue competenze, che sia del Pd è l’ultima cosa. Il Pd si prende, con umiltà e spirito di servizio, le responsabilità che i cittadini gli consegnano. Ed è quello che è successo a Ferrara».

Questa vicenda, ricordando i trascorsi, mi ha suggerito un’ultima domanda alla Marzullo. In politica la vendetta è un piatto che va servito freddo o è meglio congelarla?

«I miei maestri mi hanno insegnato che il rancore non appartiene alle categorie della buona politica. Quindi ciò che è successo oggi non si può collegare a quanto capitato a Codigoro qualche anno fa. Anche perché va ricordato che Felletti divenne assessore dell’amministrazione Tagliani tre anni dopo e nonostante la sua candidatura contro il Pd. Quindi a chi vorrà far polemica e parlerà di epurazione ad personam o ad orologeria rispondo già adesso con un marzulliano “buonanotte”».

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