da “Il Resto del Carlino” del 05/11/2014
GENTILE Direttore, riparto dalla sollecitazione che, pochi giorni fa, Lei ha fatto al mondo imprenditoriale ferrarese, su come uscire dalla crisi nella nostra provincia. Credo che le elezioni regionali siano un’occasione per confrontarsi anche su questo. Giustamente, il Presidente della Camera di Commercio, fornisce tre spunti su cui cercare risposte: quale visione per il territorio, in quale scenario e con quali competenze. La visione non può che portarci a reimmaginare la nostra regione, andando oltre lo schema che prevedeva di dare un po’ a tutti. Quel policentrismo, molto efficace nel precedente decennio, oggi necessita di un ripensamento.
Superare il policentrismo significa immaginare la nostra regione come una grande città, di 4 milioni di abitanti, dotata di servizi di collegamento materiali e immateriali all’avanguardia. A questo scenario Ferrara deve essere pronta. Siamo il territorio che congiunge la futura città metropolitana di Bologna e la “Città adriatica” che parte da Venezia e si sviluppa fin sulle nostre coste. Una posizione nella quale non dobbiamo accontentarci di essere il quartiere vivibile di Bologna, né la parte residuale della città adriatica.
Ferrara può essere invece il fulcro delle ‘relazioni’ economiche, sociali e culturali tra le due aree e al contempo il grande Parco Naturale di entrambe. Un Parco del Delta con caratteristiche nazionali, di dimensione perlomeno interregionale, inteso sempre piu come opportunità turistica e culturale e non come vincolo. Ci sono le competenze per farlo. A partire da un rinnovato ruolo che l’Università deve assumere, come promotrice di sviluppo, senza timori reverenziali verso Bologna, e dalla indispensabile sinergia con un sistema formativo che faciliti gli investimenti delle imprese e offra una nuova opportunità a chi cerca lavoro. L’obiettivo è creare le condizioni per far rinascere la “manifattura” anche a Ferrara. Per poterlo fare serve anche il supporto di un sistema creditizio locale rinnovato e orientato a far crescere il territorio, prima che se stesso, scommettendo anche su chi fa della creatività e dell’innovazione sociale, dal commercio ai servizi, una nuova opportunità di impresa, con il pubblico che mette a disposizione spazi, incentivi e poca burocrazia. Un settore pubblico che deve fare anche da stimolo a quelle forme di aggregazione che, ad esempio dal campo agricolo a quello cooperativo, sono già in atto. Imprese piu solide e capitalizzate consentono infatti di affrontare il processo di internazionalizzazione in modo più competitivo.
Tutto ciò si fa avendo una visione di dove si vuole andare e creando le giuste alleanze per farlo. Alleanze a tutti i livelli, perchè per essere centrali, il collegamento Est-Ovest (Cispadana e Ferrara-Mare) e i collegamenti Nord-Sud, dalla SS16 alla E-55, non possono attendere. Il Governo lo deve sapere, Bologna e la Regione anche.