Il Progetto Palestra sicura è dedicato all’attività motoria che utilizzata per il trattamento di specifiche patologie. A Ferrara c’è già l’intesa Ausl-palestre ma servono le modalità di prescrizione
Da anni la Regione Emilia-Romagna è impegnata in un percorso di valorizzazione dell’attività fisica e motoria anche come strumento di prevenzione sanitaria. Nel 2011 è inserito formalmente nel Piano della prevenzione 2010-2012 il progetto sperimentale chiamato ‘Palestra Sicura: prevenzione e benessere’.
In questo caso l’attività fisica è indirizzata a specifiche patologie, al di fuori dell’ambito sanitario, per la quale è prevista anche l’attivazione di una rete di palestre e centri sportivi riconosciuti dalle istituzioni.
Successivamente sono stati emanati gli indirizzi per la prosecuzione e lo sviluppo dei programmi di prescrizione dell’Attività fisica adattata (AFA) e dell’Esercizio fisico adattato (EFA) già previsti nel Piano regionale della prevenzione e si è deciso di attuare un progetto che riguarda l’implementazione di quei programmi nelle Ausl regionali.
Del 2016 è l’atto della Giunta regionale più recente, ovvero la delibera di approvazione degli indirizzi regionali per la promozione dell’attività fisica e della prescrizione dell’esercizio fisico nelle persone con patologie croniche e il ‘Codice etico delle palestre e delle associazioni sportive che promuovono salute’.
In Emilia-Romagna, ad oggi, sono stati predisposti protocolli locali nell’ambito della promozione dell’attività motoria adattata e i medici hanno la facoltà di prescriverla ai loro assistiti.
In particolare nella provincia di Ferrara, dopo mesi di incontri tra le palestre, la medicina dello sport, l’Ausl, i medici base e le amministrazioni comunali, si è giunti a un’intesa per l’attuazione del programma ‘Palestra sicura’. Tuttavia non lo si riesce ad attuare a causa della mancanza di indicazioni operative per l’invio del paziente da parte dei sanitari alle palestre certificate, che per ora sono quattro: a Ferrara, Copparo, Bondeno e Migliarino”.
Con un’interrogazione depositata oggi chiedo formalmente alla Regione di attivarsi affinché, a Ferrara come in tutte le altre province, possano al più presto diventare operativi i protocolli predisposti.
Non sarebbe solo un vantaggio dal punto di vista della prevenzione e della cura sanitaria, ma anche un’opportunità in termini di occupazione e di lavoro per personale qualificato a servizio delle esigenze dei cittadini”.