È la lotta al bracconaggio ittico nelle acque interne il punto focale della nuova legge regionale approvata oggi in Assemblea Legislativa con il voto favorevole di Pd, SI, Lega Nord, FdI-An, FI e l’astensione di M5S. La legge va a semplificare e alleggerire le norme in materia di tutela della fauna ittica ed esercizio della pesca nelle acque interne, il cui processo di razionalizzazione era già iniziato con l’approvazione della l.r. 13/2015 sul riordino istituzionale.
Le funzioni amministrative risultano ora accentrate, ad esclusione dell’applicazione delle sanzioni che rimangono in capo alle Province e alla Città metropolitana di Bologna; a chi commina le sanzioni, spetta inoltre l’introito dei proventi. I controlli sono svolti dalla polizia provinciale che possono inoltre autorizzare e coordinare attività di vigilanza ittica da parte di volontari.
Al centro della nuova legge, che va ad integrare quella di riferimento del settore, ovvero la n. 11/2012, c’è il contrasto al bracconaggio ittico; un fenomeno dilagante lungo l’asse del Po e che nel Ferrarese sta assumendo dimensioni sempre più pericolose. Considerato che si tratta di gruppi spesso organizzati e particolarmente aggressivi, ora risultano notevolmente inasprite le sanzioni, sia dal punto di vista pecuniario, sia prevedendo la confisca e il sequestro del pescato, dei natanti e anche dei veicoli utilizzati per trasportare il pesce ottenuto abusivamente, fino al sequestro della licenza di pesca. Modificati e resi ancora più stringenti anche alcuni divieti, a partire dal divieto di gettare e salpare le reti e di trasportare pesce dal tramonto all’alba.
Con questa legge abbiamo dimostrato che ci possiamo togliere le casacche dei partiti nel momento in cui condividiamo la volontà di affrontare un problema e trovarvi soluzioni condivise. Oltre all’importante divieto di pesca con le reti dal tramonto all’alba senza adeguata documentazione giustificativa, con gli emendamenti che abbiamo condiviso è stato introdotto il divieto di pesca nei canali posti in asciutta e nelle aree golenali allagate.
Avevamo la necessità di colpire chi minaccia gli equilibri ambientali del nostro territorio e tutelare i professionisti che creano reddito e vivono grazie all’attività di pesca nelle acque interne, così come chi pratica pesca sportiva.
Il confronto portato avanti dai gruppi di maggioranza e di opposizione, con il supporto delle associazioni piscatorie, dei funzionari dell’assessorato e di coloro che sono preposti al controllo e alla vigilanza sul territorio, ha portato a formulazioni migliorative rispetto al progetto di legge inizialmente presentato.
Alla legge seguiranno in tempi stretti un regolamento di attuazione a cura della Giunta regionale e la redazione del Piano ittico regionale oltre ad altri più specifici come il Piano di gestione dell’anguilla.