Le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto unite nella gestione della pesca
Potenziare le forze dell’ordine e i volontari per i controlli sul campo, con più mezzi a disposizione, e regole comuni per la pesca, a contrasto del bracconaggio ittico nel bacino del Po. Questi i cardini del protocollo d’intesa sottoscritto oggi dalle Regioni Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte.
L’obiettivo è quello di coordinare forze ed interventi a contrasto della pesca illegale che sta mettendo in crisi il patrimonio ittico dell’intero bacino fluviale padano. Già nel febbraio 2017 abbiamo approvato in Regione una legge che tutela i pescatori e contrasta il bracconaggio, quello di oggi è un ulteriore passo avanti in questa battaglia contro i crimini ambientali lungo il fiume Po.
L’accordo triennale al quale hanno aderito anche l’autorità di bacino del Po e le prefetture dei rispettivi capoluoghi regionali, impegna le Regioni a mettere in campo azioni coordinate per fermare le razzie, spesso ad opera di bande organizzate di malviventi originari dell’Europa dell’est.
La Regione Emilia-Romagna insieme a Veneto, Lombardia e Piemonte dimostra la volontà di rendere ancora più incisive le misure contro il bracconaggio ittico e pone le basi per una gestione condivisa del fiume Po.
Il programma di azioni delineato dall’accordo ha l’obiettivo di approvare un unico regolamento interregionale che armonizzi le norme sulla pesca e coordini le azioni per la tutela della fauna ittica autoctona e della biodiversità, a partire appunto dall’attività di repressione della pesca illegale. Oltre al piano operativo per potenziare le forze dell’ordine con il supporto dei volontari c’è l’urgenza di promuovere modelli di governance della pesca e del turismo fluviale per assicurare un presidio permanente tutto l’anno dei fiumi e corsi d’acqua, proprio per scoraggiare le scorribande dei predoni, oltre ad avviare un monitoraggio degli stock ittici e del loro stato di salute.