Chiediamo il riconoscimento della fibromialgia

 

La fibromialgia o sindrome fibromialgica è una malattia complessa, debilitante e invalidante, caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso ed astenia, associato a rigidità che rendono difficoltosi movimenti ordinari, e ad una vasta gamma di disturbi funzionali. È una malattia orfana, per la quale non esistono farmaci specifici; in genere viene diagnosticata solo dopo aver escluso altre patologie in seguito ad una lunga serie di analisi di laboratorio e accertamenti strumentali.

Ne sono affetti quasi 2 milioni di italiani, ma il Sistema Sanitario Nazionale non riconosce questa patologia. Per questo motivo non esistono specifici e condivisi protocolli diagnostici così i pazienti sono costretti ad un “nomadismo” faticoso, che in più grava sui costi del sistema sanitario con duplicazione di esami, ricorso a numerose visite generiche e specialistiche, a farmaci, e periodi di assenza lavorativa.

Chi soffre di fibromialgia ha difficoltà a vivere una vita piena e indipendente, in quanto la sensibilità al dolore, il senso di debolezza e la fragilità portano all’isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva, causando una vera e propria invalidità sociale, addirittura, in molti casi, alla perdita del lavoro, per rinuncia.

L’auspicio è che si proceda a riconoscere a livello nazionale la fibromialgia e che si preveda l’esenzione del ticket per le visite successive al riconoscimento e di parte dei farmaci necessari alle cure. Sarebbe opportuno anche concedere ai lavoratori affetti da questa patologia i permessi di astensione dal lavoro per la cura sintomi.

Chiedo quindi alla Giunta, tramite un’interrogazione a risposta immediata (che arriverà durante la prossima seduta dell’Assemblea Legislativa) che ho depositato e che ha trovato il sostegno di tantissimi colleghi consiglieri PD, di mettere in rete tutte le realtà che si occupano della malattia individuando un centro di riferimento regionale e di prevedere esenzioni per le prestazioni sanitarie fruibili dai pazienti. Il sostegno ai malati passa anche dal loro censimento a livello regionale e dall’aggiornamento dei medici di base, affinché la diagnosi della patologia sia più tempestiva di quanto non sia ora.

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