Un patto per chi è più in difficoltà
Il Reddito di Solidarietà
Con la legge 24/2016 la Regione ha istituito il Reddito di Solidarietà. Un passaggio fondamentale per un cambio di approccio al tema della povertà e del sostegno alle persone in difficoltà.
È abbandonata l’ottica meramente assistenzialista che non valorizza le persone né le aiuta a uscire dalla logica del bisogno. Responsabilità e collaborazione sono le parole con cui interpretare l’isolamento sociale.
Chi vive una grave, ma temporanea, situazione di disagio economico può accedere al RES. In cambio deve garantire il massimo impegno per riattivarsi socialmente. Cercando lavoro e mandando a scuola i figli, innanzitutto.
Ho co-firmato e collaborato all’estensione del progetto di legge presentato dai gruppi di maggioranza. Si stima che il RES possa aiutare circa 23mila famiglie e più
di 28mila individui.
I criteri necessari per richiederlo sono: Isee sotto i 3mila euro, adesione a un progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, residenza in Emilia-Romagna da almeno 2 anni, non percepire altri sostegni analoghi. L’importo andrà da 80 a 400 euro al mese, a seconda della composizione del nucleo familiare. Il sostegno ha una durata di 12 mesi.
Spetta ai servizi sociali territoriali, in collaborazione con i Centri per l’Impiego, monitorare il rispetto degli impegni presi dai beneficiari.
Il diritto alla casa
Riforma ERP e bando giovani coppie
Messa a punto la riforma per l’assegnazione e permanenza negli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. La casa è un diritto, ma una casa popolare non può essere un diritto da godere “a vita” se cambiano le condizioni economiche degli occupanti. Maggiore equità e più turn over per andare incontro alle esigenze di chi è da tempo in lista d’attesa e ha bisogno di un alloggio.
Pieno sostegno anche a chi vuole acquistare la propria casa, in particolare la prima. 12 milioni di euro nel 2015 e ulteriori 10,4 milioni successivamente sono stati indirizzati alle giovani coppie emiliano-romagnole per compiere il grande passo.
Welfare per tutti
Fondo per la non-autosufficienza e dopo di noi
Per la non-autosufficienza ci sforziamo di allargare quanto più possibile il numero di coloro che sono inseriti nella rete dei servizi. Da anni le risorse per il fondo regionale
aumentano: 470 milioni nel 2015, 471 milioni nel 2016. Il fondo, nel quale confluiscono risorse statali e altre regionali, grazie a quanto mette a disposizione la Regione – che viene incrementato di anno in anno – ha un budget nettamente
superiore di quello nazionale.
Segno di come le politiche a favore di anziani, disabili e dei loro familiari e caregiver siano al centro dell’agenda regionale.
La legge nazionale sul “Dopo di noi” ha stabilito di destinare risorse a un apposito Fondo: per l’Emilia-Romagna ci sono 6,5 milioni di euro per dare un contributo concreto a persone gravemente disabili che restano prive dell’assistenza e del sostegno della famiglia. Sono promossi programmi per l’accoglienza presso strutture adeguate o per soluzioni di co-housing. Nessuno deve essere lasciato solo.
Gioco d’azzardo patologico
prevenzione e limiti
Nel Testo Unico sulla legalità, approvato nell’autunno del 2016, abbiamo previsto il divieto di installare slot e di aprire sale da gioco entro un limite di 500 metri da luoghi sensibili. Sono scuole e centri di aggregazione giovanile, luoghi di culto e strutture sanitarie.
Abbiamo anche previsto incentivi – 150.000 euro – per premiare quegli esercenti virtuosi che decidono di dismettere le macchinette dal proprio locale. Un modo questo per tutelare le fasce più fragili della popolazione e cercare di arginare il fenomeno dell’azzardo patologico che ha devastanti ripercussioni sul piano sociale e su quello sanitario. In Emilia-Romagna è stato calcolato che ogni anno si bruciano 1.800 euro per il gioco lecito. Questo è il costo diretto, al quale ai aggiunge quello
della prevenzione e della cura da parte dei Sert. Il costo sociale è ben più oneroso.